La città si riconquista danzando

Bologna, Settembre. Festival Danza Urbana 2021

“Un corpo che danza nello spazio è un presidio di libertà e democrazia; desiderio di incontro e aggregazione di culture, pensieri, storie e identità, che abitano un medesimo luogo”.

Così Massimo Carosi, direttore artistico di Danza Urbana 2021, in scena a Bologna dall’1 al 5 settembre.

È il primo festival di danza innervato nel tessuto della città. Anno dopo anno ha saputo tracciare nuovi sentieri espressivi e far emergere e scoprire, attraverso la danza, luoghi e spazi che hanno acquisito, anche solo per la durata dell’evento, la funzione di polo culturale e di aggregazione sociale. Il cuore pulsante di Danza Urbana è la fruizione condivisa e aperta dello spazio pubblico della performance: così la danza diventa la lente che trasforma e rinnova gli spazi scelti, offrendo agli spettatori o anche ai passanti la possibilità di unirsi all’esperienza.

Solo ora, dopo più di un anno in cui abbiamo sperimentato l’interruzione della libertà di movimento e abbiamo convissuto con un’immobilità forzata, siamo in grado di mettere in luce la necessità di leggere lo spazio contemporaneo entro il quale possiamo o non possiamo muoverci come corpo collettivo in costante movimento. Abbiamo dunque necessità di strumenti che ci aiutino a rappresentare e interpretare questa mobilità per capire i nostri flussi dentro il reticolo urbano e in connessione con una comunità variegata in costante movimento.

In questo modo spostamento, moto e viaggio assumono significati ancora più necessari: non si tratta di abbandonare il mondo nel quale ci siamo sentiti forse protetti, certamente imprigionati, ma semplicemente andare al di là della propria bolla confortante, riattivando un sistema circolatorio di desideri, affetti e scambi, che l’esperienza della pandemia ha reso ancora più urgente stimolandoci verso la costruzione di nuovi orizzonti.

Questa è la funzione dell’artista che, entrando in contatto con il territorio, dà e riceve emozioni e conoscenze, recuperando l’istintività del contatto, peculiare dell’arte della danza, per ricreare il senso di comunità, di lotta e denuncia. Dopo avere visto città e piazze vuote, questa edizione di Danza Urbana vuole riavvicinarci gradatamente a ri/abitare i luoghi della città, creando relazione tra i corpi attraverso la bellezza e la potenza del linguaggio coreutico con l’adottarel messaggio universale dei corpi che danzano per la costruzione di un’ipotesi di società più libera, accogliente e inclusiva.

Come il Teatro di Strada (Living Theatre docet) la Danza Urbana, con il superamento e rifiuto del format del palcoscenico, afferma l’eliminazione dei confini fra arte e vita e, di conseguenza, fra danzatori e pubblico: il reciproco coinvolgimento fisico ed emotivo è propedeutico alla sperimentazione di nuove forme di comunicazione.

La danza, come la musica e ogni altra forma d’arte per propria natura universale, supera i confini di lingua, di etnìa, di genere, di età e di cultura. Da ciò i diversi eventi in programma mostrano una speciale attenzione verso l’intergenerazionalità: un caleidoscopio di spettacoli e performance che si basano sull’equilibrio fra nomi internazionali affermati e nuove conferme italiane di varie età, formazione e generazione, tutti accumunati dal principio di creazione performativa in piena sintonia con i luoghi e i contesti urbani. Site-specific dance.

Quattordici artisti e dodici compagnie, di cui due internazionali, quattro attive in Emilia-Romagna e altre sei italiane; sguardo aperto sulla scena tra grandi nomi della danza contemporanea e realtà emergenti: Sharon Frian (dalla Spagna); Joshua Monten (dalla Svizzera); Virgilio Sieni, che presenta l’anteprima del nuovo lavoro “Annotazioni su Preistorico” con Claudia Caldarano; Enzo Cosimi; Collettivo Cinetico; Cristina Kristal Rizzo; Nicola Galli; Enrico Paglialunga e Giacomo Mattogno; Fabritia D’Intino e Daria Greco; il gruppo Parini Secondo (formato dalle giovanissime Sissj Bassani, Martina Piazzi, Camilla Neri e Francesca Pizzagalli); Flavia Zaganelli; Sara Leghissa.

Cinque sono i centri pulsanti della città nei quali Danza Urbana quest’anno porta gli artisti, gli spettatori e la comunità bolognese: l’area di rigenerazione urbana DUMBO; l’ex scalo merci del Ravone; Palazzo Re Enzo, un simbolo artistico e architettonico accanto a Piazza Maggiore; costruzioni storiche come l’ex chiesa sconsacrata di San Mattia; il Giardino Parker-Lennon, all’interno del Quartiere San Donato, con l’intento di tornare finalmente ad animarlo.

Danza Urbana 2021| EDIZIONE XXV

1 – 5 settembre a Bologna

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Virginia Riti
Virginia Riti Classe 1995, laureata in Beni Culturali con approfondimenti nella comunicazione e nel marketing può essere tema di studio sulle conseguenze comportamentali di un soggetto costretto a crescere in un museo, per giunta scientifico. Rimastane segnata per tutta la vita cerca consolazione nella moda e nello shopping. Avrebbe voluto essere l'autore del famoso aforisma di Oscar Wilde "Niente (mi) è più necessario del superfluo"