Simona Fasano

Ten Answers / Simona Fasano

La confusione, in quanto madre della creatività, è un portale che fa accedere all’universo dell’arte. Passando attraverso le Ferite, incontrando Maestri con nuove visioni, traendo dal corpo la capacità di essere corpo, Simona Fasano costruisce storie inedite e dense. Attrice e cantante (la sua voce è di soprano), dall’innesto fra danza e teatro ha fondato la Compagnia Teatro Nudo, e la casa di produzione discografica Eden Production, diretta da Edmondo Romano con il quale Simona condivide da diciassette anni un percorso artistico fertile.

Dalla sua esperienza in campo di yoga e meditazione Simona ha tratto un approccio del tutto personale al rituale, e dalla sua ricerca in ambito filosofico-esistenziale-animico ha costruito veri e propri strumenti di conoscenza del sé. Questi ultimi si sono tradotti in pratiche, in possibilità esperienziali, contenuto finale della disciplina ‘Arte e Inconscio’ che ha creato e insegna a Genova nel quadro della ricerca olistica.

Foto di Raffaele Coco

La prima espressione profonda del tuo mondo interno artistico è avvenuta attraverso la modalità istintiva del gioco, in cui il pubblico era incarnato dai tuoi peluches. Cosa ricordi di quel momento?
Come creatura sensibile ho da sempre il dono dell’invisibilità. È una sensazione potente e deflagrante al tempo stesso. Da bambina ho sempre preferito i peluches alle bambole, forse proprio perché gli animali mi vedevano e con loro creavo da subito un rapporto spontaneo diretto. Da qui il mio gioco preferito: un grande tabellone di legno con dei ganci dove appendevo e costringevo (inconsciamente e ironicamente) i miei amici a formare un’enorme platea tutta per me, e mi esprimevo: creavo per loro non so bene cosa, qualcosa di espressivo e informe che aveva a che fare con la parola, il movimento e le emozioni.

Che cos’è per te la confusione?
La confusione magmatica interiore è il mio angolo dell’essere segreto che in passato temevo, perché spesso quella struggente malinconia, che pure amavo, mi teneva prigioniera. Con il tempo ho imparato a tuffarmici dentro, per mantenere sulla pelle solo ciò che mi era necessario per la creazione artistica e uscire nel mondo, usando la materia del caos in maniera ordinata e utile a ciò che desideravo esprimere.

Nella costruzione della tua visione artistica ed esistenziale, che significato ha avuto attraversare la confusione?
La confusione è stata la mia tomba e la mia rinascita. Grazie alla solitudine, l’incomunicabilità e il sentirmi sepolta viva ho imparato le sfumature del mio essere creatura donna. Con la pratica, la consapevolezza, la passione, l’amore per la Vita, il sogno, la speranza, la fame di conoscenza ho lasciato nella tomba il dolore e le scorie inutili e sono rinata integra, le ferite cicatrizzate con la polvere d’oro come nel kintsugi giapponese. Una specie di Creatura alla Frankenstein dove sono stata sia Creatura che Creatore. Ora posso sorridere mentre lo dico ma le lacrime di tenerezza affiorano ancora negli occhi.

Foto di Giulia Spinelli

Mi sembra di intendere che per te passare dentro e oltre la ferita significa capire qual è il proprio posto nel mondo.
Sì, la caduta nella Ferita è necessaria per conoscersi, sperimentare il proprio potenziale e attraverso l’esperienza della percezione di sé come allineamento di Corpo-Voce-Emozione esprimere il talento, la missione, il proprio posto nel mondo: la Ferita è il Maestro. Curioso il paradosso dell’esistenza: elevarsi oltre il duale, al di là del Bene e del Male. In quell’oltre, in quel ribaltamento tutto è il contrario di tutto e anche la Ferita diventa il Maestro.

La concezione di corpo è per te essenziale. Cosa intendi quando dici “abitare il corpo” ed “esprimere il corpo”?
Entrare in contatto con il mio Corpo è stata la ricerca di anni, tuttora in corso, attraverso le discipline della danza, il mimo, le arti marziali, lo yoga, la respirazione, l’alimentazione. Abitare il corpo è per me una sensazione fisica molto intensa, significa indossare un vestito che ti calza come la pelle. Quindi ogni giorno l’equilibrio è diverso, a volte da ricostruire, altre da riequilibrare, altre volte da goderne il bilanciamento perfetto. Quando apro gli occhi la mattina e mi sento dentro al corpo completamente, così come quando la notte vado a dormire e sento che lascio il corpo riposare sul letto, ma io sono altrove. Esprimersi artisticamente per me significa passare dal corpo, usare il corpo, essere corpo.

Un altro tuo capitolo fondamentale è stato mettere in voce un’idea, un personaggio, un testo…
Sì, la Voce è un dono straordinario dal potenziale oserei dire infinito. Grazie ai numerosi Maestri che ho incontrato nel mio percorso come artista e come donna ho sperimentato la capacità che abbiamo di incarnare la voce in tutte le sue sfumature: ogni frase può essere detta in modi diversi a seconda del sottotesto emotivo che guida l’espressione, ogni personaggio ha una voce diversa, nelle nostre relazioni usiamo voci diverse che cambiano quando cambia il nostro interlocutore. Le parole hanno una forza intrinseca che la voce, se messa al servizio, può sprigionare. E anche le idee se espresse attraverso la voce diventano realtà… questo davvero è adorabile e magico.

In tutto questo scenario quale accezione attribuisci all’universo emotivo?
L’universo emotivo è come occhi e antenne per la mia natura costituzionale: vedo me stessa e l’altro da me con le emozioni, attraverso le emozioni che sento ricevo emano. È più di un linguaggio, è un canale di apprendimento, di conoscenza, di condivisione, di intimità, di comunicazione. L’universo emotivo è il mio mezzo istintivo per la ricezione di informazioni: se leggo un libro sento le emozioni sotto le parole, se canto un’aria sono le emozioni a guidarmi anche nei passaggi musicali, se accarezzo mia figlia l’emozione è l’origine di quel gesto. Grazie all’universo emotivo ho trovato la forza e il coraggio di esprimermi creativamente e umanamente, abitare il Corpo, usare la Voce, manifestare la Bellezza delle Emozioni… il nostro Potere Vibrazionale Energetico.

In questo momento dove si sta esprimendo la tua ricerca?
Sono nella fase espressiva della mia recente ricerca intorno al Suono e proprio attraverso la Parola cantata o vocalizzata desidero restituire artisticamente alcuni approfondimenti proprio legati alla Ferita. Insieme al compositore e musicista Edmondo Romano stiamo lavorando al disco “ES/SE”: Otto rituali per ricordare la nostra origine sacra e canalizzare il nostro potere autentico. L’idea musicale è la mescolanza di strumenti antichi e contemporanei (chalumeau, violoncello, pianoforte, clarinetto…) per consacrare la fluidità del ciclo temporale e la commistione di suoni, di lingue diverse (italiano, inglese, francese, spagnolo, latino) e vocalizzi per evidenziare la Babele contemporanea che in apparenza risulta incomprensibile, ma che è chiara a tutti grazie alla vibrazione che attraversa naturalmente i nostri corpi e li modifica. La musica di Edmondo è stratificata, ancestrale e riesce ad arrivare in profondità nelle persone che si mettono in ascolto. È davvero il veicolo perfetto per la mia espressione vocale, sono grata a Edmondo per questa avventura condivisa insieme.

Foto di Raffaele Coco

Hai un sogno ardito che coltivi segretamente?
Adorerei poter fare un concerto dal vivo immersa nella Natura con e per gli Animali… un Sogno? Una Realtà? Lo scoprirò….

Che cosa desideri augurare a te stessa e alla vita?
Auguro a me stessa di continuare a superare i limiti della comfort zone e stupirmi di ciò che sento dentro e di ciò che vedo fuori, di rinnovare la Fede per la Perfezione del Percorso da svolgere e di ringraziare la Vita per tutti gli stimoli, i messaggi, i Maestri che offre sul cammino evolutivo.  Auguro alla Vita stessa che questa rocambolesca avventura fatta di opposti continui a stimolare l’Umanità ad esprimere la sua Bellezza e il suo Potere Consapevole.

di Corinna Conci

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