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Luce italiana, occhi francesi

La mostra Cézanne/Renoir al Palazzo Reale di Milano

Tra Sanremo e Ventimiglia, sulla Riviera dei Fiori, si trova il piccolo comune di Bordighera. Lì, nel 1884, Claude Monet visse e creò, incantato dai colori e dalla luce della Liguria. Meno di tre mesi trascorsi nel nord Italia sembrano aver lasciato un segno indelebile nell’opera di uno dei più importanti Impressionisti.

Nonostante il movimento impressionista non fosse ampiamente rappresentato tra i pittori italiani (se consideriamo i Macchiaioli come una corrente artistica separata che ha preceduto l’impressionismo di una ventina d’anni), il legame tra l’impressionismo e l’Italia è stato sottolineato da Martin Bries, Ambasciatore di Francia in Italia, a Palazzo Farnese, dove è stata presentata la mostra “Cézanne/Renoir”, che si terrà al Palazzo Reale di Milano dal 19 marzo: concentrandosi sulle opere e sulla personalità dei due artisti, l’ambasciatore ha sottolineato uno dei legami forti tra Francia e Italia.

Così, ad esempio, nelle opere in cui Cézanne dipinge la Provenza, si può riconoscere quella che potremmo chiamare la luce italiana, anche se lo stesso Cézanne non mise mai piede sul suolo italiano. Molto forte è anche l’influenza che Cézanne ha avuto sui grandi artisti italiani del Novecento.

Renoir, invece, disse di aver capito cosa fosse la pittura solo dopo aver viaggiato in Italia, che visitò dal Nord fino alla Sicilia. L’ambasciatore Martin Bries ha fatto riferimento anche al Trattato del Quirinale, enfatizzando la posizione centrale che l’arte ricopre nel quadro della cooperazione tra Italia e Francia.

Ha anche ricordato il Grand Tour grazie al quale, nel corso del Settecento e dell’Ottocento, l’aristocrazia e gli artisti europei ebbero l’opportunità di entrare in contatto con il ricco patrimonio storico, culturale e artistico dell’Italia. Per ravvivare questo spirito, l’Istituto Francese in Italia e il Ministero della Cultura italiano hanno lanciato il progetto Il Nuovo Grand Tour, destinato a giovani artisti italiani e francesi e che riguarda la possibilità di ottenere residenze artistiche, un progetto in cui, secondo l’ambasciatore, avrebbero partecipato anche Cézanne e Renoir.

Tommaso Sacchi, assessore alla Cultura del Comune di Milano, ha indicato, tra gli aspetti principali di questa mostra, l’acquisizione di una nuova prospettiva, più profonda e più ricca grazie alle opere di due maestri non soltanto dell’impressionismo, ma dell’arte in generale. In questo senso, il racconto della mostra segue i punti di contatto ma anche di separazione tra Cézanne e Renoir, figure di spicco di un movimento artistico che scosse la concezione tradizionale dell’arte e aprì la strada a un’espressione artistica nuova, addirittura radicale, che diede agli artisti delle generazioni successive una libertà fino ad allora non riconosciuta.

Uno dei principali partner di questa mostra è la casa editrice Skira Arte. Secondo il CEO, Catherine Castillion, Skira Arte ha guadagnato la sua credibilità grazie a un approccio di qualità accademica ai capolavori dei più grandi artisti di epoche diverse che si trovano nei più importanti musei del mondo, attraverso un racconto immediato e agile. È proprio questo approccio che, secondo Castillion, permette di riunire attraverso una mostra d’arte un pubblico ampio e diversificato. In occasione di questa mostra, Skira Arte organizzerà laboratori didattici e attività satellite che dureranno per tutta la durata della mostra.

All’evento a Palazzo Farnese sono intervenuti anche i curatori della mostra, Cécile Girardeu e Stefano Zuffi. Girardeu, Conservatrice del Musée de l’Orangerie, ha messo a fuoco il legame tra Cézanne e Renoir, alla prima vista così diversi. Come ha spiegato, si tratta di due approcci radicali: Cézanne credeva che la natura dovesse essere elaborata secondo il cilindro, la sfera, il cono, mentre Renoir intendeva la pittura come piacevole, graziosa e gioiosa. L’opera di Cézanne può essere definita rigorosa e geometrica, mentre quella di Renoir trasuda armonia e dolcezza.

Le differenze presenti nella visione del mondo si ritrovano nei numerosi temi, generi e campi di sperimentazione che questi grandi amici condividevano: paesaggi, ritratti, nature morte o nudi. “L’osservazione del modello e della natura, unita all’aspirazione di raggiungere un’essenza senza tempo, ha permesso a entrambi di incarnare una forma di modernità classica”, ha sostenuto Girardeu. Definendoli numi tutelari, la curatrice ha sottolineato l’influenza che Cézanne e Renoir hanno avuto sulle nuove generazioni di pittori e sull’arte del Novecento. La mostra ospiterà anche due dipinti di Pablo Picasso, per la cui opera il legame con questi due grandi uomini è particolarmente importante.

Stefano Zuffi ha fatto riferimento alle differenze di origine e status sociale di Cézanne e Renoir, e di come queste abbiano influenzato la loro arte. Cresciuto in una famiglia operaia, Renoir sviluppa un animo affettuosamente popolare, intessuto di gusti semplici e sinceri. Nonostante il fatto che per lui dipingere sia un mestiere condizionato dalle necessità, le sue opere esprimono con forza gioia, bellezza e amore per la vita.

Confrontandolo con altre importanti figure dell’impressionismo, Zuffi evidenzia l’inesauribile vitalità, la semplicità, la ricchezza del colore nonché la tendenza verso l’universo femminile come caratteristiche fondamentali delle opere di Renior. Cézanne, invece, pur essendo economicamente sicuro, sceglie la pittura come una vocazione, e rimase fermo nella sua decisione nonostante il dispiacere della sua famiglia. La sua tenacità e determinazione, spiega Zuffi, si notano nei suoi autoritratti, mentre il bisogno di solitudine e l’avversione per gli ambienti artistici affermati lo allontanano da Parigi, portandolo in Provenza.

Lì, in un ambiente familiare e sobrio, immerso nella natura, rinnova i temi, allora considerati obsoleti – come il nudo, la natura morta, i paesaggi – trovando una nuova interpretazione di colori, luce, disegno, forma, prospettiva e libertà.

L’allestimento di Palazzo Reale di Milano, come spiegano gli organizzatori, seguirà un criterio tematico, esponendo alcune delle loro opere migliori, siano essi paesaggi (Renoir, Paysage de neige, 1875; Cézanne, Arbres et maisons, 1885), nature morte (Renoir , Fleurs dnas un vase, 1896; Peches, 1881; Cézanne, Le Vase bleu, 1889-1890; Vase paillé, sucrier et pommes, 1890-1894), ritratti (Renoir, Claude Renoir en clown, 1909; Cézanne, Portrait de Madame Cézanne, 1885-1895), o la serie delle bagnanti (Renoir, Baigneuse assise, 1914; Cézanne, Trois baigneuses, 1874-1875).

Oltre a 52 opere di Cézanne e Renoir, la mostra sarà completata da due dipinti di Pablo Picasso per mostrare l’influenza che i due maestri dell’impressionismo hanno avuto su alcuni dei più grandi artisti del Ventesimo Secolo (Cézanne, Pommes et biscuits, 1880; Picasso, Grande nature morte, 1917; Renoir, Femme nue couchée, 1906; Picasso, Grand nu à la draperie, 1921-1923).

Per avvicinare la mostra a un pubblico ampio ed eterogeneo, l’esposizione sarà accompagnata dalla pubblicazione di Skira Arte, oltre che da un programma didattico sviluppato secondo le diverse età, destinato sia alle scuole che alle famiglie. Per quanto riguarda il pubblico adulto, in collaborazione con l’Istituto Francese, è previsto un programma volto ad approfondire i temi che furono al centro dell’opera di Cézanne e Renoir, dei loro contemporanei e anche di generazioni di artisti successivi, attraverso il contatto con scrittori, poeti, musicisti e politici.

Dal 19 marzo al 30 giugno 2024 a Palazzo Reale di Milano. La prenotazione dei biglietti si potrà effettuare sul sito mostracezannerenoir.it

di Jelena Stefanovic

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